U.N.I.T.A.L.S.I. Bresciana 

altro su don Silvio>>

Don Silvio Bonardi  (Pilzone 28.8.1934 – Brescia 21.11.1999)

LO SPIRITO UNITALSIANO  (Da “Charitas" n.9 - 1982)

 

L'Unitalsi è servizio di carità verso i malati in cammino per Lourdes o altri Santuari, affinché nell'incontro con Maria e con la Chiesa, possano trovare la consolazione dello Spirito.

Faccio alcune considerazioni. Prima di tutto, “coloro che soffrono” sono i destinatari del servizio unitalsiano. Questo - io credo - è sempre stato l'obiettivo dell’Unitalsi. Ma forse a Lourdes, si è data la precedenza a un tipo di sofferenti che mostrano nel corpo le ferite del dolore, un dolore "pubblico" e una sofferenza in vetrina, come si dice, anche documentabile con certificazioni mediche. Oggi si può pensare che la vita, come ieri ma più di ieri, offra una folla di sofferenti che portano "dentro" un dolore ed una sofferenza "privata". E' la fascia di persone che la nuova società ha prodotto, di passo con i consumi, quali gli abbandonati. che vivono in un'esasperata solitudine, i falliti della famiglia e della vita, gli sfiduciati, i dimenticati dei ricoveri in attesa di finire i giorni, i drogati dell'alcool, degli stupefacenti, della prostituzione.

    Anche questi soffrono e, a loro modo, sono malati: i malati dello spirito. L'Unitalsi non potrà allargare l'attenzione anche a questa fascia?

"Bisogna partire dagli ultimi, che sono il segno drammatico della crisi attuale. Fino a quando non prenderemo atto del dramma di chi ancora chiede il riconoscimento effettivo della propria persona e della propria famiglia, non metteremo le premesse necessarie ad un nuovo cambiamento sociale.

    “Gli impegni prioritari sono quelli che riguardano la gente tuttora priva dell'essenziale: la salute, la casa, il lavoro, il slario familiare, l’accesso alla cultura, la partecipazione. Bisogna inoltre esaminare …. le situazioni dagli anzianì agli handicappati, dai tossicodipendenti ai dimessi dalle carceri e dagli ospedali psichiatrici" .(La Chiesa italiana e le prospettive del paese. CEI - Consiglio Permanente).

    Ma avrà senso portare a Lourdes quella folla di nuovi poveri, di ammalati più simili a quelli portati a Gesù Cristo di Nazareth che non a quelli portati a Lourdes finora a Sua Madre? Saranno accolti a Lourdes nelle strutture fabbricate a dimensione di infermo barellato, storpio, cieco e sordo, con tumori e pustole mostruose sulla pelle? E noi, volontari del dolore visibile, siamo preparati all'intervento sul dolore invisibile, nascosto nelle pieghe di una languente quanto sfuggente umanità? E l'opera purificatrice dell'acqua delle Piscine, avrà la sua incantevole quanto fascinosa attrattiva anche sui corpi mondi delle sozzure che si vedono? L'obiettivo del trasporto dei "nuovi poveri" è dunque la consolazione dello Spirito. "Spirito" con la lettera iniziale maiuscola. In una lettura affrettata si potrebbe anche pensare che l'incontro con Maria e con la Chiesa possa recare la consolazione allo spirito. Anche quella, sicuramente.

    Ma non si tratta di una consolazione ottenuta come dono per lo spirito, ma di una consolazione ottenuta "dallo" Spirito: allora il discorso si fa molto più ampio e più serio perché, a Lourdes, lo spirito di Dio dona la consolazione agli affranti, ai deboli, ai contriti di cuore. a tutti coloro che fanno richiesta di "fortezza", che è il dono singolare e più caratteristico dello Spirito, secondo la versione pentecostale.

    L'incontro con Maria e con la Chiesa, a Lourdes, reca il frutto dello Spirito. che San Paolo elenca in questa serie: il frutto dello  spirito, invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà; mitezza, dominio di sé (Gal. 5, 22).

    Se è così, la nuova Unitalsi. é una proposta di rinnovamento della Chiesa Italiana e di sostegno alle iniziative del paese: davvero l’Unitalsi con “gli ultimi" e con gli emarginati contribuisce a ricuperare un genere diverso di vita, quello della riscoperta dei valori del bene comune: primo tra tutti quello della salute, poi della casa. del lavoro. del salario familiare, dell'accesso alla cultura, della partecipazione.

    Infine una valutazione anche per noi unitalsiani al servizio dei poveri. Il nuovo spirito Unitalsiano non potrebbe rimuovere quella invisibile barriera tra ammalati e sani, quella beata sensazione di farci sentire a servizio dei poveri perché siamo ricchi, dei malati perché siamo sani, degli infermi perché ci muoviamo? Non è più reale considerarci, insieme a loro,  nella dimensione di "nuovi ammalati" che incontrano Maria e la Chiesa per trovare la consolazione dello Spirito? Siamo anche noi, sovente, affranti, provati dalla vita, piegati dalla sofferenza, divisi dagli altri e soli. Uniti agli ammalati dalle nostre iniziative unitalsiane. possiamo quindi diventare comunità che consapevolmente annunzia e vive la penitenza, la riconciliazione e la carità verso i fratelli.

Anche questi sono frutti dello Spirito!